Category: Attualità


Il tormentone sudcoreano “Gangnam Style” nella versione di Maurizio Crozza nel suo ‘Paese delle meraviglie’ in onda su La7: protagonista Silvio Berlusconi, alle prese con le incognite sul futuro del suo partito. Semplicemente geniale come sempre!

Un abbraccio tenero e appassionato con Michelle per ringraziare i sostenitori per “altri quattro anni” alla Casa Bianca. E’ lo scatto simbolo della seconda vittoria di Barack Obama, postato su Twitter appena appresa la notizia (5:16 del mattino ora italiana). In poco più di un’ora il tweet era già stato ripostato più di 360 mila volte diventanto la foto più ritwittata di sempre. Il McCormick Place di Chicago è esploso in un boato quando i network televisivi hanno annunciato che Obama aveva vinto la Virginia: è stato un attimo, a quella parola tutti hanno capito che Obama aveva vinto. Hanno dovuto attendere ancora un’ora prima che il presidente facesse il suo arrivo. Nell’attesa, mentre gli altoparlanti lanciavano musiche rythm&blues, i Beatles e l’immnacabile Springsteen, l’atmosfera è diventata elettrica. Nel giro di pochi minuti al presidente venivano assegnati altri Stati “decisivi”, compreso quell’Ohio che era il più decisivo di tutti.
Le prime parole di Obama sono arrivate via twitter, un cinguettio che i democratici non dimenticheranno: “Voi lo avete reso possibile, grazie”. A quel punto si attendeva soltanto che Mitt Romney ammettesse la sconfitta e si congratulasse con il presidente rieletto. Cosa che il candidato repubblicano ha tardato a fare, rimanendo ostinatamente in attesa di una svolta che non è arrivata. Quando Romney si è arreso, il presidente è arrivato al McCormick Place e urla ed applausi hanno avuto la meglio sulla musica a tutto volume. “”Crediamo in un’America generosa, tollerante, aperta ai sogni. Il meglio deve ancora venire”, ha detto Obama dopo aver abbracciato a lungo Michelle e le due figlie, “torno alla Casa Bianca piùdeterminato di prima”. Ha avuto parole dolcissime per la moglie: “Non sarei l’uomo che sono oggi senza la donna che vent’anni fa ha accettato di sposarmi, lasciate che lo dica pubblicamente: Michelle, non ti ho mai amato tanto. Ti amo, l’America ti ama”. Ha ringraziato i militari americani che nel mondo “difendono la libertà”, ha parlato dell’istruzione (“vogliamo che i nostri figli possano andare in scuole migliori e con migliori insegnanti”). Ha usato frasi alla Kennedy, “l’America non è cosa possiamo fare per noi, ma cosa puó essere fatto da noi”, ha invitato a dimenticarsi delle dispute elettorali, “non importa se siete bianchi, neri, ispanici, asiatici, se siete gay o no, tutti insieme possiamo costruire il futuro”. Ha fatto i complimenti al suo avversario, promesso che le nuove sfide, quelle che lo attendono nei prossimi quattro anni, saranno vinte. Dal Colorado alla Virginia, dal Wisconsin all’Ohio, il presidente ha fatto incetta di voti tra quei segmenti di popolazione che più sono stati colpiti dalla crisi economica di questi anni. Gli Stati su cui Romney aveva puntato di più per strappare la Casa Bianca ai democratici sono quelli da cui è arrivata la spinta maggiore alla vittoria per Obama. Il caso più evidente è quello dell’Ohio, dove il candidato repubblicano credeva di poter convincere gli elettori, soprattutto i maschi bianchi della classe media-bassa. Aveva dimenticato – e Obama glielo ha ricordato per tutta la campagna elettorale – che quei lavoratori il lavoro lo avevano conservato proprio grazie a quegli aiuti statali decisi dal presidente in favore delle industrie automobilistiche. L’azzeccato slogan lanciato dal vice-presidente Joe Biden (“Osama Bin Laden è morto, la General Motors è viva”) ha fatto presa. Adesso inizia una sfida nuova. Obama ha a disposizione ancora quattro anni per mantenere le promesse fatte quattro anni fa, quelle che non è stato in grado di mantenere per la crisi e per l’opposizione del Congresso. In questo secondo mandato avrà sicuramente più mano libera, non dovrà pensare a una futura rielezione e sarà probabilmente aiutato anche da una situazione economica che negli Stati Uniti sta migliorando mese dopo mese. E anche lo sconfitto Romney ha messo da parte i toni agguerriti della campagna elettorale in nome del bene del Paese: “Paul Ryan ed io abbiamo messo in campo tutto quello che avevamo, abbiamo dato tutto, ho molto sperato che sarei potuto essere presidente, ma la nazione ha scelto un altro leader. Questi sono tempi di grandi sfide per l’America. E le mie preghiere sono perché il presidente abbia successo nel guidare la nostra grande nazione”.

La lunga giornata elettorale americana – che potrebbe essere lunghissima per lo spauracchio pareggio tra Barack Obama e Mitt Romney – e’ partita dagli Stati della East Coast (compresi Ohio e Florida) con l’apertura dei seggi tra le 6 e le 7 del mattino ora locale (da mezzogiorno in poi in Italia). Poi sarà la volta degli Stati centrali per finire alla West Coast, dove il fuso orario con l’Italia è di nove ore. I primi ad arrivare saranno i dati sull’affluenza Stato per Stato. Per i primi exit poll negli Stati chiave bisognerà aspettare l’una del mattino in Italia, con la Virginia. Poi a seguire il cruciale Ohio all’1 e 30 e l’altrettanto importante Florida alle 2. Chiuderanno gli Stati della West Coast (tra cui California e Stato di Washington) alle 5 del mattino. Nelle scorse elezioni, l’elezione ufficiale del nuovo presidente americano fu data poco prima delle 4 del mattino in Italia.

Negli Stati Uniti è dunque arrivato il giorno della verità: dopo una costosissima campagna elettorale caratterizzata da scivoloni su entrambi i fronti e da una devastante tempesta, si sono aperti i seggi per scegliere chi tra Barack Obama e Mitt Romney sarà il 45mo presidente americano. A mezzogiorno ora italiana, si è cominciato a votare in otto Stati della costa orientale: New Hampshire, Maine, Vermont, Connecticut, New York, New Jersey, Virginia e, più all’interno, Indiana e Kentucky. Virginia e New Hampshire sono tra i cosiddetti “Swing States”, gli Stati in bilico che decideranno la sfida.

Obama ha chiuso la campagna a Des Moines, in Iowa: «Sono tornato ancora una volta qui per chiedere il vostro voto e per finire quello che abbiamo iniziato: è da qui che è partito il movimento per il cambiamento». «Voi ci avete ispirati, ma il viaggio non è finito, non possiamo oggi rinunciare al cambiamento», ha affermato il presidente Usa, preceduto sul palco dalla moglie Michelle e da Bruce Springsteen.

Lo sfidante repubblicano ha parlato in Ohio impegnandosi a creare «quei posti di lavoro che il presidente Obama non è stato in grado di creare». Poi dal New Hampshire ha aggiunto: «Io sono il vero cambiamento, perché non è una cosa di cui so solo parlare, ma ho dimostrato di saperlo fare».

A giudicare anche dagli ultimi sondaggi, tra Obama e Romney si profila un testa a testa e lo spauracchio peggiore resta per tutti quello di un pareggio, come avvenne nel 2000 tra Al Gore e George W. Bush, con quest’ultimo vincitore grazie a un pugno di voti di più in Florida. Persino il voto a Dixville Notch, il paesino del New Hampshire che è tradizionalmente il primo a votare, ha visto un pareggio per 5 a 5. Chiuderanno alle 19,30 questa sera, quando in Italia sarà l’una e mezza del mattino, le urne in Ohio, lo stato che tutti considerano decisivo per la battaglia per la Casa Bianca. È già nel giro di massimo mezz’ora, per le 20 ora locale, si prevede che le autorità dello stato saranno in grado di dare i risultati del voto in anticipo. Risultati che potranno dare già un primo importante segnale sull’andamento del voto. Secondo tutte le previsioni infatti, Barack Obama dovrebbe essere in vantaggio nel cosidetto early vote, quindi la dimensione di questo vantaggio potrà rivelarsi determinante per la vittoria dei 18 voti elettorali dello stato del mid west che potranno essere l’ago della bilancia. Si vota anche per rinnovare completamente i 435 seggi alla Camera dei Rappresentanti e un terzo dei cento seggi al Senato, e per eleggere i governatori di undici Stati e quelli di due “territori liberi associati”, cioè Portorico e le Samoa Americane. Inoltre, c’è da esprimersi su 176 referendum indetti a livello locale.

Scontro all’interno del M5S dopo la partecipazione della consigliera comunale di Bologna, Federica Salsi, alla tramissione televisiva “Ballarò” e la dura replica di Beppe Grillo che dal suo blog aveva ammonito: “La tv è il vostro punto G”. Lunedì la Salsi è intervenuta a Palazzo d’Accursio durante il consiglio comunale del capoluogo emiliano per difendere la sua scelta di partecipare alla trasmissione televisiva e rivendicare il diritto di esprimere le proprie idee anche se non corrispondenti alla linea tracciata dal leader dei grillini. Una scelta che non è piaciuta ai suoi colleghi di partito, Massimo Bugani, capogruppo ed ex candidato a sindaco, e Marco Piazza, che quando ha preso la parola si sono alzati e hanno lasciato l’aula. “Le persone – ha detto la Salsi – vanno rispettate anche se la pensano diversamente da noi. Un movimento non è un movimento sano se gli individui che la pensano diversamente dal capo o vengono buttati fuori o sono ridicolizzati e devono ricevere della violenza verbale”. “Non si può procedere alla lapidazione pubblica – ha aggiunto dopo aver letto una serie di insulti che le sono stati rivolti sul web – se non la pensi come Grillo. Io ho aderito a questo Movimento perché ne condividevo lo spirito e le idee, ma non voglio che si trasformi in Scientology. E non voglio – ha concluso – che si trasformi in un mostro”.Continuano le polemiche e le lotte dentro al movimento di Beppe Grillo.
Per fare il punto ho trovato un articolo di Repubblica del 7 settembre che può essere utile per capire i “dietro le quinte”.

“Ce n’è abbastanza per rinchiuderlo. È un individuo oggettivamente pericoloso e socialmente utile”. Il ritratto di Gianroberto Casaleggio è del fratello acquisito, cioè Beppe Grillo. Si incontrarono per la prima volta in una sera d’aprile a Livorno, dopo uno spettacolo del comico. Grillo era ancora quello che spaccava i computer durante le sue performance, ma da quel giorno cambiò tutto. “Venne in camerino – scriveva Grillo nella postfazione di Web Ergo Sum – e cominciò a parlarmi di Rete. Di come potesse cambiare il mondo. Non conoscendolo lo assecondai. Gli sorrisi. Cercai di non contrariarlo. Temevo di ritrovarmi una chiocciola o un puntocom in qualche posto sensibile. Era molto convinto di quello che diceva. Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco che invece che ai lupi e agli uccellini parlasse a Internet. (…) Ebbi, lo confesso, un attimo di esitazione. Strinsi gli occhi. Casaleggio ne approfittò. Mi parlò allora, per spiegarsi meglio, di Calimero il pulcino nero, Gurdjieff, Giorgio Gaber, Galileo Galilei, Anna di York, Kipling, Jacques Carelman e degli adoratori del banano. Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui ogni cosa cambia in meglio grazie alla Rete. Aziende democratiche, persone al centro di ogni processo, intermediazioni economiche e politiche soppresse, libera circolazione di idee, abolizione della proprietà intellettuale”.

Classe 1954, milanese, un’espressione da primo della classe occhialini e capelloni ricci brizzolati. “Un tizio che sembra Angelo Branduardi ingrassato”, lo canzonò Filippo Facci. Dopo la puntata di “Piazzapulita” è diventato improvvisamente famoso. Ma è soprattutto un manager di successo, proprietario della Casaleggio Associati, società specializzata – ovviamente – in comunicazione e marketing. È la Casaleggio Associati che cura direttamente il blog di Grillo, la rete dei meetup, le strategie sulla rete, la casa editrice che cura tutte le pubblicazioni del comico e che organizza i suoi tour. Siano essi spettacoli o comizi. Gianroberto però preferisce le retrovie rispetto alla luce dei riflettori. Beppe è il megafono, è il volto, è l’umore di un intero popolo. Casaleggio è la mente, lo stratega, il tecnico, il fidato consigliere. Una specie di Gianni Letta del movimento. Un uomo-macchina: coordina, dà seguito e sostanza a idee e progetti. Fino a pochi anni fa l’azienda gestiva anche il sito-blog di Antonio Di Pietro. Poi la fine dei rapporti, sia di lavoro che politici con l’ex pm. Nel 2007 la società ha chiuso il bilancio con un fatturato di 2,4 milioni e un utile di 668 mila euro. Nel 2008 l’attivo è salito a 807 mila, per flettere nel 2009 e nel 2010 (rispettivamente a 584 mila e 447 mila). La nascita del M5S non ha portato più guadagni, ma certamente un peso politico inimmaginabile solo tre anni fa. Casaleggio non ama le interviste e quando ha avuto qualcosa da dire ha preso carta e penna e inviato una lettera al Corriere della Sera: “Mi hanno attribuito dei legami con i cosiddetti poteri forti, dalla massoneria, al Bilderberg, alla Goldman Sachs con cui non ho mai avuto nessun rapporto, neppure casuale. Dietro Gianroberto Casaleggio c’è solo Gianroberto Casaleggio. Un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta forse anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive. Sono stato definito il “piccolo fratello” di Beppe Grillo, con riferimento al Grande fratello del romanzo 1984 di George Orwell. È evidente che non lo sono. La definizione contiene però una parte di verità. Grillo per me è come un fratello, un uomo perbene che da questa avventura ha tutto da perdere a livello personale”.
Le voci sui suoi presunti collegamenti con i “poteri forti” da dove nascono? Il presidente della Casaleggio Associati è Enrico Sassoon. Giornalista, dal 1977 al 2003 nel gruppo Il Sole-24 Ore, già direttore responsabile di L’Impresa-Rivista Italiana di Management, della rivista Impresa Ambiente e del settimanale Mondo Economico, attualmente direttore responsabile del mensile di management Harvard Business Review Italia (rivista edita da StrategiQs Edizioni, di cui è co-fondatore e amministratore delegato), Presidente di Leading Events (The Ruling Companies Association) e Presidente di Global Trends, società di studi, ricerche e comunicazione.
Nel 1998 Sassoon è amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, di fatto una lobby “con lo scopo – si legge nel sito – di sviluppare e favorire le relazioni economiche, culturali e politiche tra gli Stati Uniti d’America e l’Italia, di promuovere e tutelare gli interessi dei propri associati nell’ambito dell’attività di business tra i due Paesi e di diffondere tra i propri associati le informazioni relative alla propria attività”. E risiede ancora nel board of directors della società. Lì è affiancato da personaggi che contano: il presidente onorario David Thorne, ambasciatore in Italia degli Stati Uniti d’America; il vicepresidente Eugenio Sidoli, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia; e poi, tra gli altri, Cesare Romiti, presidente onorario Rcs; Veronica Squinzi della Mapei, figlia di Giorgio presidente di Confindustria; Giuseppe Cattaneo, senior advisor to the chairman Aspen Institute Italia; Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato Ibm Italia; Carlo D’Asaro Biondo, presidente per l’Europa Meridionale e Orientale, Medio Oriente e Africa di Google; Stefano Lucchini, direttore relazioni istituzionali e comunicazione Eni; Alessandro Minuto Rizzo, senior strategic advisor Enel; Carlo Persico, responsabile servizio international network, direzione internazionale IntesaSanpaolo; Giancarlo Villa, presidente e ad Esso Italia. Traduzione basica: banchieri, petrolieri e industriali di livello internazionale. Ma anche lo stesso Gianroberto ha un curriculum di tutto rispetto. Inizia la sua carriera in Olivetti, poi la Webegg Spa e infine la Casaleggio Associati. Nel mezzo – come raccontava nei dettagli Pietro Orsatti suMicroMega due anni fa – una joint-venture, rapporti e contatti ai massimi livelli con Telecom – la stessa presa di mira con preveggenza, per anni, da Beppe Grillo. Ma la scoperta del web, per Casaleggio, va di pari passo con la riproposizioni di termini internettiani del concetto di opinion leader: la presunta capacità persuasoria dei (vecchi) media non sarebbe diretta, ma mediata da individui riconosciuti appunto come opinion leaders, cioè persone ritenute punti di riferimento relativamente a questioni specifiche (per fare un esempio, i sacerdoti nel campo della morale). In internet questi soggetti vengono chiamati influencer: “Online il 90 per cento dei contenuti è creato dal 10 per cento degli utenti, queste persone sono gli influencer – scriveva in un articolo Casaleggio – quando si accede alla Rete per avere un’informazione, si accede a un’informazione che di solito è integrata dall’influencer o è creata direttamente dall’influencer. Un prodotto, un servizio online è fortemente influenzato dall’opinione dei cosiddetti influencer, molto più per esempio dalla promozione diretta o dalla ricerca che viene creata dalle società con forti investimenti, se pensiamo per esempio a un prodotto di elettronica, il 60 per cento degli acquisti on line viene orientato dagli influencer, quindi se per esempio il prodotto di elettronica viene osteggiato dall’influencer non viene venduto on line”.
La strategia comunicativa e aziendale di Casaleggio tiene conto di questo fattore ed è per questo che risulta vincente. Se il blog di Beppe Grillo è diventato praticamente un fenomeno di massa, il merito è sì del messaggio, ma anche del modo con cui viene veicolato. E visto che il verbo grillino impera nella rete, con frotte di militanti pronti a commentare in decine ogni contenuto critico verso il movimento, è per caso grazie ad un controllo continuo e sistematico di ciò che viene pubblicato con successivo “pronto intervento”? Il dubbio sorge spontaneo e non sono in pochi a evocare scenari da “gabinetto di guerra”: cioè un’attenta regia che scannerizza il web, pronta a sguinzagliare decine di nickname in difesa del M5S.
La (nuova) visione del mondo di Casaleggio è sintetizzabile in tre frasi, l’insegnamento principe del libro Tu sei rete: “Fino a qualche anno fa, le relazioni tra persone, oggetti ed eventi erano attribuite al caso. L’unico modo per ipotizzare il funzionamento dei sistemi complessi era attribuirne le ragioni ad avvenimenti casuali. La vita e l’evoluzione delle reti seguono invece leggi precise e la conoscenza di queste regole ci permette di utilizzare le reti a nostro vantaggio”. Utilizzare le reti a nostro vantaggio, quindi: un vantaggio economico, quindi. Ma pure, perché no, politico.
Solo strategia commerciale e di marketing? Secondo la visione di Casaleggio le potenzialità del mezzo – internet – stravolgeranno il mondo. Gaia, il futuro della politica è un video postato da YouTube sucasaleggio. it che, partendo dai grandi (nel bene e nel male) personaggi dell’antichità, capaci di sfruttare a proprio favore i nuovi mezzi di comunicazione che via via venivano inventati, finisce per ipotizzare l’immediato futuro: nel 2018 il mondo sarà diviso sarà diviso in due blocchi, quello con il web libero e quello con la rete controllata dai governi (Russia, Cina, e una bella fetta dell’Asia); nel 2020 scoppierà una terza guerra mondiale, durante la quale verranno distrutti i monumenti simbolo dell’occidente e verranno utilizzate armi batteriologiche; la popolazione sulla terra si ridurrà ad un miliardo, causa anche i cambiamenti climatici; nel 2046 tutti avranno un’identità su un nuovo social network creato da Google e tutti saranno collegati a internet per ogni tipo di bisogno; nel 2051 verrà abolita la pena di morte nel mondo attraverso un referendum votato dal proprio pc; infine, nel 2054, nasce Gaia, un nuovo governo mondiale: “Ogni essere umano può diventare presidente e controllare il governo attraverso la Rete. In Gaia i partiti, la politica, le ideologie e le religioni scompaiono”.

Non tutti capiscono, non tutti vogliono capire, i più disinformano a pagamento sui giornali e nei salotti televisivi controllati dai partiti. E’ quindi indispensabile una “guida for dummies” per tutti coloro che hanno dubbi interpretativi, dietrologie, necessità di chiarimenti.

D come Di Pietro: Antonio Di Pietro ha la mia amicizia, ma il M5S non si alleerà nè con l’IDV, nè con nessun altro. Il M5S vuole sostituire il Sistema dei partiti con la democrazia diretta. In sostanza vuole la fine dei partiti basati sulla delega in bianco

E come Elezioni: chi sta svolgendo un qualunque incarico elettivo non può dimettersi per concorrere ad altre cariche elettive (es. chi è consigliere non può candidarsi a deputato, chi è senatore non può candidarsi a sindaco)

E come Emolumenti: gli eletti del M5S tratterranno per sé una parte degli emolumenti, oggi fissata in un massimo di 5.000 euro lordi, e restituiranno la rimanenza allo Stato

E come Euro: la decisione di rimanere nell’euro spetta ai cittadini italiani attraverso unreferendum, questa è la mia posizione. Io ritengo che l’Italia non possa permettersi l’euro, ma devono essere gli italiani a deciderlo e non un gruppo di oligarchi o Beppe Grillo

M come Mandati: il M5S non candida chi ha svolto due mandati anche se interrotti

M come Movimenti: il M5S supporta e appoggia le istanze dei movimenti con obiettivi comuni, come è avvenuto per il no al nucleare, l’acqua pubblica, il No Tav e il No Gronda, eccetera

P come Primarie: nel M5S non ci saranno primarie (non si votano leader o leaderini) per le elezioni politiche, ma la scelta di portavoce per la Camera e per il Senato. Il loro compito sarà l’attuazione del Programma elettorale in stretta collaborazione attraverso la Rete con gli iscritti

P come Programma: Il Programma del M5S esiste (chi dice il contrario mente) ed è visibile sul blog. Prima delle elezioni politiche sarà integrato e migliorato dagli iscritti al M5S attraverso una piattaforma on line

R come Remissione del mandato: il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un’informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell’intero corpo elettorale in caso del Parlamento

R come Rimborsi: il M5S non ha incassato alcun rimborso elettorale per le regionali enon lo incasserà per le prossime politiche

T come Televisione: non sono “vietate” interviste di eletti del M5S trasmesse in televisione per spiegare le attività di cui sono direttamente responsabili. E’ fortementesconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso delle reti RAI, delle reti Mediaset e de La7

V come Votazioni: il M5S vota nei consigli comunali e regionali, e in futuro voterà in Parlamento, le proposte che aderiscono al Programma anche se presentate dai partiti

Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione per frode fiscale a conclusione del processo per l’acquisizione dei diritti tv di Mediaset. In particolare, i giudici milanesi hanno ritenuto prescritto il reato per il 2001, ma non per gli esercizi 2002-2003 nel corso dei quali – scrivono – è stata portata a termine “una evasione notevolissima”. L’ex premier è stato anche condannato all’interdizione dai pubblici uffici per tre anni, provvedimento che non è immediatamente esecutivo essendo la sentenza di primo grado. La pena inflitta al Cavaliere è più dura di quella proposta nella requistoria dalla pubblica accusa, che aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di carcere. Assolto invece Fedele Confalonieri. La sentenza arriva dopo quasi 10 anni di indagini e 6 di processo ‘a singhiozzo’ tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l’istanza di astensione presentata dal giudice. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi e cambi di capi d’imputazione. Nel merito, secondo la ricostruzione della Procura, il sistema organizzato da Fininvest negli anni Novanta per acquisire i diritti dei film americani era finalizzato a frodare il fisco. Comprando i diritti non dalle major ma da una serie di intermediari e sottointermediari era possibile gonfiarne il prezzo così da poter poi stornare la “cresta” a beneficio della famiglia Berlusconi. Fininvest quindi, secondo la tesi del pm Fabio De Pasquale, avrebbe sistematicamente aumentato il prezzo dei diritti di trasmissione dei film delle major americane. Facendo così avrebbe aumentato le voci passive dei propri bilanci, con risparmi notevoli da un punto di vista dell’imposizione fiscale, riuscendo al tempo stesso a produrre fondi neri.

La domanda sorge spontanea: avendo capito che questa volta non se la sarebbe cavata, il Cavaliere ha anticipato le mosse dicendo due giorni fa che non si sarebbe ricandidato? Già perchè cosi ha fatto bella figura e ha evitato le polemiche politiche sul suo futuro in parlamento. Vecchia volpe….

Divertente parodia di The Hillywood show in cui Lady Gaga combatte contro Obama per avere la poltrona di comando degli Stati Uniti e risponde alla domanda come sarebbe il mondo agli ordini della “mother monsters”.

Nostalgici dei pomeriggi passati a sfidare alieni e fantasmini con Space Invaders e Pacman o appassionati di ogni novita’, hanno ora un campo d’esplorazione nuovo con Vigamus, the Videogame Museum of Rome, il primo museo del videogioco in Italia, e il secondo in Europa dopo quello di Berlino, che apre nella capitale (in via Sabotino 4) con una speciale edizione di due giorni di Ivdv – Italian Videogames & Digital Contents Conference.

Un evento che ospitera’, fra gli altri, Dino Dini creatore di Kick Off, Player Manager, Goal e Martin Hollis (GoldenEye, Perfect Dark), e in cui verra’ lanciato Wrc 3 World rally Championship (Milestone). Un viaggio, quello di Vigamus, in uno dei medium piu’ innovativi e popolari, realizzato e finanziato dalla Aiomi, il Movimento per la Cultura del Videogioco con l’aiuto di partner privati italiani internazionali, e collezionisti che hanno messo a disposizione i loro tesori vintage.

Un’esposizione di 1000 mq, nel piano interrato, rimesso a nuovo, di un edificio del Comune, con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale. Il museo copre un arco di tempo di 54 anni, dal 1958 ad oggi, con chicche come una esatta riproduzione del primo prototipo di videogioco, Tennis For Two, creato con lo schermo di oscilloscopio, e i videogame in 3d, per un totale di oltre 250 pezzi fra software e hardware, dal Teleflipper a Pong, dall’X Box ai GameBoy, tra console, computer, coin-op (le ‘postazioni’ pubbliche da bar e sale giochi), e, in arrivo dal Giappone, una rarita’ come il cabinato originale di Space Invaders.

Con 560mila euro di incasso nel Celebration day che si è festeggiato, è record per la proiezione del concerto dei Led Zeppelin ripreso all’O2 Arena di Londra nel 2007. Quarantottomila gli spettatori accorsi nelle oltre 250 sale italiane che per un solo giorno hanno proposto lo show. Il concerto è schizzato così in testa alla classifica dei film più visti della giornata. Quasi 1 milione le visualizzazioni del trailer sul canale youtube della band. Dopo i Led Zeppelin ora l’attesa è per Rocky Horror Picture Show, al cinema il 30 e 31 ottobre in occasione di Halloween. Che forse la gente stia ricominciato ad apprezzare anche musica con la M maiuscola????

Il “Buongiorno” di Massimo Gramellini su La Stampa

“Domani mancheranno due mesi esatti alla fine del mondo. Siete già stati dal parrucchiere? Forse non ci credete. O forse pensate che la fine del mondo sia arrivata in anticipo e abbia gli occhi di Angela Merkel (hanno lo stesso colore del vetro smerigliato di una doccia). Io spero ancora che si presenti all’orario previsto, il 21.12.12. Nei sogni, l’unico momento in cui sono lucido, la immagino come una raffica di ultrasuoni che perfora gli orecchi degli stupidi, dei corrotti e dei cialtroni. Una carneficina. Vedo plotoni di sventurati con le mani intorno alla testa che corrono a gettarsi in acqua (tranne Berlusconi: il furbacchione ha avuto una soffiata e si è messo i tappi) e non ne capisco il motivo. Finché comincio a sentire l’ultrasuono anch’io: mi sveglio col cuore in ammollo e controllo l’orologio sul comodino. Ancora due mesi. E poiché ogni fine rappresenta un inizio, il 21 dicembre dovremmo salpare verso un mondo più giusto, dove l’amore trionferà, Formigoni si dimetterà e il Toro vincerà lo scudetto. Per prepararci a questo viaggio interiore, ho chiesto ai lettori della pagina di «Cuori allo specchio» di aiutarmi a fare le valige, raccontando il giorno della loro vita che intendono portarsi dietro. Di mio, ogni domenica, ci metterò una buona parola (la prima sarà: utopia), mentre nel suo «manuale di sopravvivenza» Federico Taddia racconterà come in tutto il pianeta gli esseri umani si stiano preparando alla data fatidica. Domani si parte, fino alla fine del mondo e un po’ oltre. Benvenuti a bordo e, mi raccomando, tenete Schettino lontano dal timone”.