Archive for 7 giugno 2011


Clemente Russo ha conquistato il titolo individuale delle World Series of Boxing, nella categoria dei pesi massimi. Il campione di Marcianise ha così ottenuto, oltre ad un premio in denaro di 20.000 dollari, anche la qualificazione ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Clemente è salito sul ring per terzo, a chiudere la prima giornata di incontri, che ha visto assegnati anche il titolo bantam, andato a Kanat Abutalipov degli Astana Arlans, e quello dei leggeri conquistato da Zhimin Wang dei Beijing Dragons . Consapevole di dover dare il meglio di sé, contro un avversario, Magomedrasul Medzhidov, dei Baku Fires, a cui regala 20 chili (97,4 contro 117,4) e 5 cm di altezza, Russo ha iniziato il match in modo molto aggressivo, sfruttando la maggior velocità nei colpi e la mobilità di gambe. Il massimo dei Dolce & Gabbana Milano Thunder si è così subito portato avanti nelle prime due riprese e, dopo un terzo round a favore dell’avversario, ha costruito la sua vittoria nella quarta e quinta ripresa, limitandosi a gestire i colpi di Medhzidov e la stanchezza nelle ultime due. “Dopo il quinto round ero completamente senza energie, ho cercato di piazzare pochi colpi, ma incisivi. – Queste le prime parole di Russo dopo la vittoria – Mi ero allenato sulle 7 riprese,ma lo sparring e il match sono due cose differenti. Questa vittoria è importante per la squadra per ricominciare con entusiasmo, verso la prossima stagione”.

Il “Buogiorno” di Massimo Gramellini su “La Stampa”.

E’ ufficialmente iniziata la campagna del centrosinistra per perdere le prossime elezioni. Stavolta non sarà facile: il vento ha cambiato direzione, la crisi punisce i governi in ogni angolo d’Europa e a molti elettori dell’altra parrocchia Berlusconi è venuto a nausea, perché non è riuscito a realizzare le riforme liberali che aveva promesso. La situazione del Pd e dei suoi alleati è dunque disperata: tutto congiura a favore di una loro vittoria. Per evitarla occorrerà raddoppiare gli sforzi. I ragazzi, bisogna riconoscerlo, ci stanno dando dentro. Ha dettato la linea Grillo, salutando il successo di Pisapia come una disgrazia. Ha continuato Vendola, scambiando piazza del Duomo per plaza de la Revolucion a L’Avana. Ingelosito, il comunista Ferrero ha inneggiato agli espropri proletari. Finché ieri Bersani e Vendola si sono scambiati qualche parola: la più carina è stata «meschino». E devono ancora cominciare i mal di pancia fra gli aspiranti premier del Pd, una mezza dozzina. Tanto per cambiare, la vittoria non ha insegnato niente. Neanche la cosa principale: che stavolta a vincere non sono stati i partiti, ma gli elettori. E che gli elettori hanno premiato i candidati sgraditi alla nomenclatura, con l’unica eccezione di Torino, dove però Fassino ha raccolto la semina del suo predecessore, che non veniva certo percepito come un notabile. Accecati da un successo che non è il loro, i partiti già si azzuffano per dividersi i bocconi migliori della giunta Pisapia. Altro che zingari, a Milano (e altrove) il vero rischio è l’ennesima invasione dei portaborse.